Il turismo sostenibile in montagna non è più una questione per esperti o ambientalisti.
È una necessità urgente, che riguarda ciascuno di noi ogni volta che decidiamo di fare lo zaino e partire.
Negli ultimi mesi, la notizia dell’introduzione di tornelli sui sentieri del Trentino ha fatto il giro del web.
Provocazione o no, ha messo in luce una realtà sempre più difficile da ignorare: le montagne stanno soffrendo.
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Quando la montagna dice “basta”
Negli ultimi mesi, il dibattito sul turismo sotenibile in montagna ha acceso riflessioni importanti. In Trentino, in particolare, ha fatto scalpore la notizia dell’installazione di tornelli per regolare gli accessi a sentieri e aree naturali troppo frequentate, sebbene si trattasse di una mera provocazione (Leggi l’articolo su Trento Today).
Un provvedimento che ha diviso l’opinione pubblica: c’è chi sostiene che il turismo vada incentivato e accolto ad ogni costo e c’è chi applaude alle iniziative finalizzate alla tutela dell’ambiente e del territorio in generale, compresi i suoi abitanti, la sua fauna e la sua flora.
Ma al di là delle opinioni, questa notizia è il sintomo evidente di un fenomeno più grande: il turismo di massa sta cambiando volto alle destinazioni naturali.
E la domanda sorge spontanea: esiste un altro modo di viaggiare?

C’è un altro modo: il turismo esperienziale e sostenibile
In questo scenario, il Experiential travel emerge come l’alternativa più concreta e sostenibile al turismo di massa tradizionale. Non si tratta solo di una strategia di marketing, ma di una vera e propria filosofia di viaggio: il turismo sostenibile in montagna.
Un approccio più lento, autentico, rispettoso.
Non si tratta solo di “fare meno danni”.
Si tratta di vivere meglio il viaggio, con più consapevolezza e più cuore.
Un esempio concreto?
Modavegia, in Valtellina.
Un alpeggio dove Davide Codazzi apre le porte a chi vuole riscoprire i ritmi della montagna vera.
Si impara a fare la ricotta. Si cammina in silenzio. Si raccolgono erbe spontanee, si ascoltano storie.
Niente spettacolo. Solo verità.
E soprattutto: niente folla, niente stress.
Solo natura, gesti antichi e relazioni reali.

Il turismo sostenibile in montagna è una scelta, non una rinuncia
Viaggiare in modo sostenibile non significa rinunciare a ciò che amiamo. Significa riscoprire cosa ci fa bene davvero.
Invece di spuntare mete su una lista, possiamo:
- visitare luoghi meno noti ma altrettanto belli
- viaggiare fuori stagione
- parlare con chi vive lì, comprare nei piccoli negozi, dormire in strutture familiari
- scegliere un’esperienza che ci trasforma, invece di una che solo ci intrattiene
Ogni viaggio può diventare un incontro, non solo un consumo.
Oltre l’Immagine: Ripensare il Senso del Viaggio
Il turismo di massa si nutre di immagini perfette e di mete da “spuntare” su una lista. I social media hanno amplificato questo fenomeno, trasformando il viaggio in una sequenza di luoghi da visitare per dimostrare di “esserci stati”. Ma quando il viaggio diventa solo una collezione di foto, perdiamo l’essenza stessa dell’esperienza di scoperta.
Il turismo responsabile propone invece un approccio radicalmente diverso:
Qualità vs Quantità
Non importa quanti luoghi riusciamo a visitare, ma quanto profondamente riusciamo a connetterci con essi. Una singola esperienza autentica può trasformarci più di dieci destinazioni visitate superficialmente.
Relazione vs Consumo
Il focus si sposta dal “vedere” al “vivere”, dal “fotografare” al “sentire”. Significa prendersi il tempo per conversare con chi abita il territorio, comprendere le tradizioni locali, assaporare la cucina tipica preparata da mani esperte o imparare tecniche artigianali tramandate da generazioni.
I Pilastri del Turismo Sostenibile in Montagna secondo noi
1. Rispetto dei Ritmi Locali
Ogni territorio ha i suoi tempi naturali. Il turismo sostenibile li rispetta, evitando di imporre ritmi frenetici incompatibili con la vita montana. Significa adattarsi agli orari dei rifugi e delle malghe, rispettare i periodi di riposo della fauna, seguire le indicazioni delle guide locali e accettare che alcuni sentieri possano essere temporaneamente chiusi.
2. Impatto Positivo sulla Comunità
Un viaggio davvero sostenibile deve portare benefici concreti alle comunità locali. Questo significa preferire l’acquisto di prodotti locali e artigianali, scegliere strutture ricettive a conduzione familiare e contribuire alla conservazione delle tradizioni locali.
3. Educazione Ambientale
Inoltre, secondo noi, ogni esperienza di turismo sostenibile in montagna dovrebbe avere una componente educativa:
- Comprendere gli ecosistemi montani
- Imparare a riconoscere flora e fauna locali
- Acquisire consapevolezza sui cambiamenti climatici
- Sviluppare maggiore sensibilità ambientale
Come Diventare Viaggiatori Sostenibili: Guida Pratica
Prima della Partenza
- Ricerca approfondita: Studia la destinazione, la sua cultura, le sue sfide ambientali
- Pianificazione responsabile: Evita i periodi di alta stagione quando possibile
- Scelta consapevole: Privilegia tour operator che promuovono il turismo sostenibile
Durante il Viaggio
- Lentezza consapevole: Non cercare di vedere tutto, ma di vivere qualcosa di significativo
- Connessione locale: Cerca il dialogo con gli abitanti del luogo
- Rispetto ambientale: Segui i principi del “Leave No Trace”
- Supporto locale: Acquista nei negozi del territorio, mangia nei ristoranti locali
Il Futuro del Turismo in Montagna
I tornelli in Trentino sono un campanello d’allarme, non la soluzione definitiva. Ci ricordano che il turismo non può più essere considerato un semplice svago, ma deve diventare un atto consapevole che tiene conto dell’impatto ambientale, sociale ed economico su un territorio.
Il Experiential travel offre una strada concreta per questo cambiamento. Non si tratta di rinunciare al piacere del viaggio, ma di riscoprirne il significato più profondo: quello della trasformazione personale attraverso l’incontro autentico con luoghi e persone.
La montagna ha ancora molto da insegnarci, ma solo se impareremo ad ascoltarla con rispetto e umiltà. Il futuro del turismo montano dipende dalle scelte che facciamo oggi come viaggiatori: possiamo continuare a essere semplici consumatori di paesaggi o diventare custodi consapevoli della bellezza naturale.
La scelta è nelle nostre mani, e nelle nostre valigie.
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